Capitolo 8

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Quando aprii gli occhi notai un uomo dai capelli scuri che mi stava fissando; io sobbalzai e mi sedetti di scatto, appoggiandomi ad un albero. Lui non sembrò sorpreso della mia reazione e si piegò per stare alla mia altezza. Quando notai le sue enormi ali nere riconobbi immediatamente chi fosse e questo mi fece trasalire ulteriormente.

"Tu sei Thanatos, il gemello di Hypnos, non è vero?"

Lui annuì con il capo e tornò a fissarmi intensamente con le sue iridi nere come la pece.

"Sai dov'è Ade?"

Le mie parole uscirono come un sussurro agonizzante; quelle parole, quella realtà mi bruciavano le orecchie e il cuore. Lui mi rispose nuovamente con un cenno del capo e allora io inclinai la testa di lato e aggrottai le sopracciglia.

"Perché non parli?"

"Perché la morte non parla."

Io rimasi appoggiata al tronco continuando a fissarlo, la sua pelle era ancora più bianca di quella di Ade se possibile, era come il marmo bianco, i muscoli snelli delineavano il corpo longilineo mentre gli occhi neri erano incorniciati dai bei capelli color carbone. Io lo fissavo e lo interrogavo con lo sguardo: era simile al suo re ma era più basso e il suo corpo era meno definito di quello del mio dio. Aveva inoltre un'aura molto più chiusa rispetto ad Ade anche se avrei detto che fosse molto difficile. Sembrava meno spaventoso di come lo descrivevano, meno pericoloso.

"Potresti dirmi dov'è?"

"Nel suo palazzo."

"Con Menta, giusto?"

Sibilai quel nome come se fosse blasfemo e allontanai dalla mente quell'immagine di loro due insieme.

"Sì."

"È molto bella?"

A quelle parole sentii una stretta al cuore, il labbro inferiore cominciò a tremolare, chiusi gli occhi e intanto la sua figura si materializzava nella mia mente: me la immaginavo alta, snella, con i capelli neri lucidi e lunghi e due occhi enormi da cerbiatta. Io ero ancora una ragazzina, quasi una bambina, ero una Kore, come potevo competere con lei? Era impossibile.

"Passabile."

Aprii gli occhi di scatto e lo fissai intensamente negli occhi. I suoi occhi profondi mi guardavano seri e non capivo se perché fosse il suo carattere o perché non la trovasse particolarmente bella. Comunque fosse, sorrisi alla sua risposta.

Lui rimase nel suo portamento stoico e ieratico, non lasciando trasparire alcuna espressione sul suo viso. Mi tese solamente la mano che io l'afferrai e mi aiutò ad alzare. Insieme ci incamminammo verso il luogo dove si trovavano i nostri compagni. Appena giunti vidi immediatamente Ade e sentii un tuffo al cuore. Notavo che mi fissava ma io lo ignorai e mi avvicinai ad Ecate. Avrei voluto avvicinarmi ad Apollo ma non volevo complicare ulteriormente la situazione già critica, non volevo che lui tornasse questa notte da quella ninfa o da qualcun'altra. Mi affiancai alla mia amica, che intanto stava parlando con Hypnos e, appena entrambi mi videro, ammutolirono.

"Persefone, dov'eri andata ieri? Ti abbiamo cercata tanto. Ci dispiace se..."

"Non vi preoccupate ragazzi, non è colpa vostra, la mia reazione è stata inappropriata."

"Però comunque..."

"Possiamo ripartire."

Cominciai ad incaminarmi seguendo Artemide ma fui raggiunta immediatamente da Ecate.

"Se vuoi chiedermi come sto io..."

"No sono solo venuta per stare con te, sei molto simpatica."

Io rimasi interdetta visto che comunque le dee più potenti di me non volevano passare del tempo in mia compagna ma fui felice che lei volesse viaggiare insieme a me.

AdesWhere stories live. Discover now